I Musei Capitolini di Roma si preparano ad ospitare le ultime giornate dell’ evento mediatico senza precedenti nella storia, ovvero la mostra Lux in Arcana.
L’evento è stato organizzato in occasione del quarto centenario dalla fondazione dell’Archivio Segreto Vaticano e nel suo titolo è racchiusa la vera essenza dell’evento: la luce che entra nei recessi dell’archivio (lux in arcana appunto) rende accessibile una realtà storica a volte anche inedita, ricavabile solamente dalla diretta fruizione dei documenti dell’archivio stesso; obiettivo principe infatti dell’evento è infatti quello di raccontare come funziona l’Archivio dei Papi e quali sono le sue caratteristiche.
Sicuramente moderno è il taglio che i Musei Capitolini hanno voluto dare a questo evento senza precedenti, che raccoglie soprattutto documenti antichi, di incalcolabile valore storico e culturale: tramite la collaborazione con Accenture – azienda di management consulting e technology- è stata sviluppata una App ufficiale gratuita per la mostra, in grado di fungere da supporto multimediale per l’approfondimento dei documenti contenuti negli oltre 85 km lineari dell’Archivio Segreto del Vaticano. L’applicazione mobile permette infatti di visualizzare ogni elemento presente alla mostra, le schede tecniche, i contenuti multimediali, foto, immagini e contenuti di approfondimento.
Inoltre a disposizione dei turisti e dei curiosi, è stato realizzato anche un video disponibile su You Tube, che è un video trailer di presentazione della mostra, che unito alle attività collaterali che sono in programma sulla pagina Facebook dedicata alla mostra-evento, rappresenta un vero strumento multimediale per accedere alla mostra in un modo del tutto moderno.
La mostra è stata aperta il 29 Febbraio e sarà aperta fino al 9 settembre 2012. L’esperienza ha inizio con la Sala degli Orazi e Curiazi, dove sono esposte le principali tipologie di documenti conservati nell’Archivio dei papi: diplomi ed editti, bolle e lettere, registri papali, codici, atti processuali e formulari che si sono conservati dal VII al XX secolo d.C. e sono realizzati sui più diversi supporti scrittori, come pergamena, carta, corteccia. L’esposizione prosegue poi nel Palazzo dei Conservatori e negli spazi del Palazzo Clementino Caffarelli.